E’ il termine che meglio descrive la ricerca di Carne: tutto il suo lavoro, il linguaggio visivo e pittorico è volto al contrasto e a provocarlo. Razionale ed irrazionale, geometria e gestualità, bianco e nero, vuoto e pieno sono contrasti indispensabili per il raggiungimento del proprio obiettivo: descrivere l’immateriale tessitura del proprio Io e di ciò che lo circonda. Carne indaga, studia, medita non solo su sé stesso ma anche sui gesti da compiere per poter narrare quanto vissuto e percepito; gesti non semplici ma meticolosi e accorti per raggiungere la maggior semplicità ed il maggior equilibrio possibile. E’ il caso di “Vie di fuga”, prima serie dei due studi per “Contrasto”.
Geometrie di china nera su fogli meticolosamente piegati su sé stessi a
tracciare linee impercettibili, quasi invisibili se non grazie ad un’accurata
osservazione: linee che tracciano l’immaterica tela energetica e celeste che ci
circonda; linee dalle quali il nostro sguardo viene distolto a causa del nero di quelle
geometrie cosi dure e definite che, come le imposizioni sociali, etiche, religiose e
scientifiche, ci impediscono di vedere, o meglio, provare il lato nascosto e luminoso
dell’Essere.
Carne gioca di contrasto anche con la sua stessa simbologia, capovolgendo
l’obiettivo e l’utilizzo dei colori, rimanendo però ancorato alla narrazione artistica.
Da qui nasce la seconda serie, “Destrutturazione del Vuoto” in cui la razionalità delle geometrie si oppone all’irrazionalità, all’aleatorietà del momento e del mezzo
utilizzato: lo spray. Il bianco ed il nero assumono connotati diversi: il nero, il
non-colore associato per antonomasia alla morte e alla non-speranza, assume per
Carne il ruolo di consapevolezza, di maturità interiore che nasce dagli errori, dai
peccati che questo colore rappresenta e dialoga in equilibrio e contrapposizione con
il bianco, il colore della purezza. Una purezza sciocca, subdola, conservata solo grazie all’inesperienza di un vissuto lontano rispetto ad una vita affrontata apertamente.
Questi due colori si contrappongono inserendosi in una tela di preconcetti razionali
ed irrazionali, il buono che contiene il cattivo e viceversa, fedele alle tradizioni
orientali e alla danza emotiva dell’essere umano.
L’ultimo contrasto è il contrasto artistico per eccellenza: la pittura e la fotografia.
Carne dialoga con Francesca Tuzzi per raccontare i 6 anni di collaborazione. Il
minimalismo quasi asettico della pittura in contrasto con le foto cariche di tensioni, di sensazioni ed emotività. Un continuo contrasto alla ricerca del puro equilibrio ma una volta trovato viene rimesso in discussione con forza resiliente alle indecifrabili trame celesti del nostro vivere.
Dal 14/06/2018 al 27/07/2018
Via Valprato 68, 10155 – Torino
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